Qualche giorno fa mi sono immerso per la prima volta nell’esperienza di “assemblaggio mobili Ikea”: un carrello da servizio dal design minimalista e solido (lavoro per neofiti). Prezzo: incredibilmente basso. Valore percepito: alle stelle!
E’ il giorno della sfida. Preparo la mia scarsa dotazione di attrezzi e mi accingo ad aprire la confezione dal profilo ad “L” in grado di incastrarsi con le atre confezioni dello stesso prodotto stile “Tetris”. La cosa non mi sorprende vista l’attenzione (quasi ossessiva) dell’azienda agli aspetti logistici. Non solo, colto da perversione latente, misuro la confezione: 80x50x20cm, due affiancati ed un terzo “di taglio” riempiono esattamente la superficie di un pallet EUR. Spettacolare!
Il montaggio, facilissimo grazie alle istruzioni a prova di stupido, alimenta con progressione la mia autostima, minata solamente nella fase finale causa una distrazione che eludeva il rigido protocollo, poi facilmente recuperata. L’operazione termina abbastanza rapidamente creandomi un bisogno irrefrenabile di ripetere l’esperienza: in quel momento non avrei scambiato il mio manufatto con nulla.

Tutto lascia pensare che io abbia vissuto un’esperienza “Oceano Blu”, possibile?
Ma la strategia “Oceano Blu” esiste veramente?
Personalmente ho sempre pensato che sia difficile pianificare a priori scelte strategiche in grado di rivoluzionare la value proposition. Sicuramente, il grande merito di Chan Kim, autore di “Strategia Oceano Blu”, è di aver codificato le scelte strategiche rilevanti nel “framework delle quattro azioni”. Quest’ultimo permette di ricreare una nuova curva del valore eliminando gli asset dati per scontati a favore di nuovi fattori mai offerti dal settore, e al contempo incrementare e diminuire con criteri simili quelli esistenti.
Io avevo acquistato un prodotto dall’elevata value proposition che ho potuto assemblare al limite della commozione, grazie ad istruzioni chiare e precise. E ancora, politiche di approvvigionamento efficaci, studi su packaging e logistica, contribuivano ad abbattere il prezzo. Tutto ciò non si improvvisa, si pianifica e da molto lontano.
A questo punto è tutto chiaro, mi sono trovato nel mezzo di un Oceano Blu dell’arredamento! Devo ricredermi.
Mentre mi accingo a preparare un post sull’argomento, mi documento sui numeri IKEA e…. qualcosa mi balza all’occhio: fatturato globale 2007: 19,8 miliardi di €; clienti nel mondo: 458 milioni (fonte: Capital); importo medio scontrino: 43€.
IKEA è tutto fuorché un venditore di “mobili”… o meglio non è l’attività principale ed allora penso a quante volte ho acquistato uno spazzolino, una cornice, un vaso nelle mie periodiche visite ai loro negozi…
Torno al mio dubbio iniziale sul tema “blue ocean” ma mi sovviene uno dei trentasei stratagemmi cinesi, il sesto delle battaglie vincenti: “clamore a oriente, attacco a occidente”, ovvero “crea false impressioni nel nemico e colpisci dove meno se l’aspetta…”
Spunti sugli argomenti:
http://www.blueoceanstrategy.com
http://en.wikipedia.org/wiki/Thirty-Six_Strategies